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Astrofotografia per principianti

Sembra complicata, ma in realtà fare astrofotografia è facile e anche divertente. Come iniziare nel modo migliore? Te lo spieghiamo qui!

Astrofotografie Kamera Canon Natur

Chi non ha mai visto immagini meravigliose degli oggetti celesti: il Sole, la Luna, i pianeti, galassie e nebulose che brillano con colori stupendi. Di solito questi scatti arrivano dai grandi osservatori o dal telescopio spaziale Hubble. Ma fondamentalmente molti degli oggetti celesti che campeggiano nei giornali o in rete possono essere osservati e fotografati anche con un telescopio amatoriale.

L'occhio e l'osservazione visuale

Nell’osservazione visuale gli oggetti di debole luminosità appaiono privi di colore. Infatti, per l’osservazione notturna si attivano i bastoncelli, le cellule fotosensibili della retina che però non percepiscono i colori. Per la fotografia è diverso: in questo caso infatti i sensori raccolgono, per un periodo di tempo più lungo, tanta luce quanto basta per ottenere immagini a colori.

Questo è sicuramente uno dei motivi per cui scattare foto degli oggetti celesti è così interessante, e mostrare agli altri una foto astronomica fatta da te dà grande soddisfazione. Ma dove sta la sfida? Da una parte la debole luminosità degli oggetti, tranne il Sole, la Luna e i pianeti, e dall’altra la rotazione terrestre. La prima sfida si vince con tempi di esposizione lunghi, che però richiedono di trovare una soluzione anche alla seconda: l’inseguimento motorizzato infatti diventa necessario.

Andromeda Galaxie Klein

Qual è il modo migliore per cominciare?

Prima di tutto prepararsi qualcosa da mangiare e il lavoro in anticipo! Il modo migliore per fare foto alla volta celeste è puntare una fotocamera senza telescopio direttamente verso il cielo, lasciando semplicemente l’obiettivo al suo posto e fissando il corpo della fotocamera a un treppiede fotografico, in modo da ottenere immagini ferme. La fotocamera deve offrire la possibilità di impostare a piacimento il tempo di esposizione.

Cosa ti serve

  • smartphone, fotocamera compatta o reflex
  • cavo di scatto remoto
  • treppiede con testa inclinabile
  • formato dati con la compressione minima (per esempio RAW o TIFF)

Cosa puoi fotografare

  • costellazioni
  • star trail
  • Via Lattea
  • congiunzioni di corpi celesti

Smartphone, fotocamera compatta o reflex: per muovere i primi passi nel mondo dell’astronomia va bene tutto. Gli smartphone sono sempre a portata di mano, le fotocamere compatte sono maneggevoli e spesso più convenienti rispetto a una reflex o a una mirrorless; queste ultime però sono più versatili e permettono una qualità d’immagine migliore.

L'astrofotografia con lo smartphone

Lo smartphone, che ormai quasi tutti abbiamo, ti permette di accedere nel modo più immediato al mondo dell’astrofotografia. Ha delle limitazioni: per esempio spesso non è possibile modificare il tempo di esposizione, il diaframma o la sensibilità ISO della app fotografica preinstallata. Un aiuto arriva dalla rete: app fotografiche come ProCamera per iOS o Open Camera per Android permettono i settaggi necessari. Con lo smartphone fissato al treppiede tramite un morsetto si possono scattare immagini meravigliose delle costellazioni e della Via Lattea. Ecco le impostazioni per avere un primo orientamento: ISO 1600, diaframma aperto, per esempio f/2.2 o inferiore e tempo di esposizione di 20 secondi. Parola d’ordine: provare!

Per adattare lo smartphone ai comuni treppiedi fotografici con vite da ¼ pollici va bene la seguente combinazione

Supporto smartphone per basetta cercatore e basetta cercatore con innesto per treppiede fotografico da ¼ pollici

Se vuoi collocare lo smartphone su una montatura per telescopio, puoi usare il supporto per smartphone con slitta a coda di rondine

Gli smartphone possono essere usati anche con gli oculari di telescopio e cannocchiale, che permettono di ottenere risultati apprezzabili perlomeno con la Luna. Gli oculari dovrebbero avere la lunghezza focale maggiore possibile.

Qui trovi gli adattatori idonei

L'astrofotografia con lo smartphone

Ecco cosa deve avere una fotocamera compatta

Con le fotocamere compatte è possibile fotografare solo attraverso l’obiettivo, perché non può essere rimosso. Le fotocamere compatte sono ottime per scattare immagini d’atmosfera e per riprendere le congiunzioni dei corpi celesti. Inoltre possono essere usate per fotografare la Luna, il Sole e in parte anche i pianeti.

Una fotocamera compatta dovrebbe dare la possibilità di personalizzare alcune impostazioni, come:

    • disattivare il flash
    • disattivare l’autofocus
    • impostare manualmente i tempi di esposizione
    • inserire un cavo di scatto remoto
    • attivare la funzione di riduzione del rumore, se presente

    Qui trovi gli adattatori per oculari idonei alle fotocamere compatte:
    smartphone e morsetti per camere digitali

    Idealmente la lente dell’oculare dovrebbe essere più grande della lente della fotocamera, in modo da evitare ombreggiature:
    Questo adattatore può essere usato anche con molti oculari da 2 pollici

    I vantaggi delle fotocamere reflex e delle mirrorless digitali

    Le fotocamere reflex (in inglese single-lens reflex, SLR con le loro evoluzioni digitali DSLR) e le fotocamere mirrorless (digital single-lens mirrorless, DSLM) permettono di norma la regolazione individuale delle impostazioni. Al momento dell’acquisto di una DSLR è bene controllare che la fotocamera abbia la possibilità di sollevare preventivamente lo specchio, per evitare che le vibrazioni influiscano sull’immagine. A differenza delle fotocamere compatte e degli smartphone, le DSLR e DSLM permettono di scattare con o senza obiettivo. Se vuoi fotografare direttamente tramite il telescopio, di solito l’obiettivo viene rimosso. Al suo posto viene collocato un adattatore, detto anche anello T2, specifico per ogni modello. Un ulteriore adattatore permette di collegare la fotocamera al telescopio, che viene così usato come un “teleobiettivo”.

    I vantaggi delle fotocamere reflex e delle mirrorless digitali

    Le esposizioni più lunghe: dal treppiede alle montature con inseguimento

    Poiché la rotazione terrestre fa spostare gli oggetti celesti di ¼ di grado al minuto verso ovest, se il risultato desiderato non è una immagine star trail, l'inseguimento diventa necessario. Con un obiettivo da 50 mm l’esposizione può arrivare a circa 10 secondi, dopodiché la stella non sarà più puntiforme. Maggiore è la lunghezza focale, minore deve essere il tempo di esposizione.

    L'inseguimento può avvenire installando un motore sull’asse di ascensione retta, nel caso in cui si abbia a disposizione una montatura equatoriale non motorizzata; gli allestimenti GoTo non sono strettamente necessari. In alternativa si può usare una compatta montatura equatoriale da viaggio motorizzata, da inserire tra il treppiede fotografico e la fotocamera. In entrambi i casi il motore compensa in ascensione retta la rotazione terrestre. Lunghezze focali di circa 80 mm permettono di riprendere molto bene le costellazioni. Ti consigliamo di provare a scattare più foto una dopo l’altra con tempi di esposizione di pochi minuti.

    Bisogna tenere in considerazione che nelle montature altazimutali, che inseguono entrambi gli assi, con lunghezze focali grandi e lunghi tempi di esposizione si verificano rotazioni di campo. Questo effetto può essere corretto successivamente in fase di post-produzione.

    Come collocare la fotocamera sulla montatura e sul telescopio

    Per fissare la fotocamera al telescopio ci sono tre possibilità:

    • sul tubo
    • sulla barra del contrappeso
    • sul focheggiatore

    Per ogni tipo di fissaggio esiste l’adattatore specifico. Se vuoi collocare la fotocamera al tubo del telescopio ti serve una seconda slitta a coda di rondine, dotata di raccordo fotografico, da fissare ai due anelli di fissaggio del tubo, sul lato opposto della montatura. Una comune vite fotografica ti dà la sicurezza di aver montato in modo sicuro la fotocamera.

    Per la barra del contrappeso esistono specifici supporti dotati di morsetto e di vite fotografica per bloccare la fotocamera. Se la montatura, che già sostiene ottiche e telescopio, è vicina alla sua massima capacità  di carico, è meglio fissare la fotocamera alla barra del contrappeso. Infatti, l’esperienza insegna che in questo modo l'inseguimento è più regolare.

    Con queste tecniche di montaggio potrai scattare belle immagini con lunghe esposizioni dei campi stellari, delle costellazioni e della Via Lattea.

    Sternenhimmel Wald Stromleitung Dunkel

    Quali fotocamere conviene usare per fotografare con il telescopio?

    Smartphone, fotocamere digitali compatte, DSLR e DSLM possono essere fissati al focheggiatore, con gli opportuni adattatori, per riprendere foto e video. Gli smartphone e le fotocamere compatte vanno bene soprattutto per gli oggetti più luminosi, come il Sole, la Luna e i pianeti. Nel caso del Sole dovrai prendere delle precauzioni per attenuarne la luce, per esempio usando un filtro solare per obiettivo o un prisma di Herschel.

    Fotografare con il telescopio usando smartphone e fotocamere compatte

    In questo caso devi avvicinare l’obiettivo della fotocamera compatta o dello smartphone all’oculare del telescopio. L’oculare è sempre necessario quando si scatta con una fotocamera che non permette di togliere l’obiettivo, altrimenti non otterrai nessuna immagine. Questo tipo di fotografia viene detta afocale.

    Il modo più semplice per collegare una fotocamera compatta all’oculare è usare un adattatore universale, che può accogliere praticamente tutti i tipi di fotocamera presenti sul mercato. Il corpo della fotocamera viene collocato su una piastra, o su una slitta, e bloccato con una vite integrata da ¼ di pollice. Di solito è possibile muovere avanti e indietro la fotocamera grazie a delle viti di regolazione. La combinazione di fotocamera e piastra va ora fissata al telescopio: per fare questo l’adattatore è dotato di un morsetto che si chiude attorno all’oculare.

    Lo smartphone invece va collocato su un supporto universale che si fissa all’oculare, posizionando nel migliore dei modi la lente della fotocamera davanti all’oculare.

    Nella fotografia afocale tramite l’oculare può verificarsi una vignettatura, ovvero una ombreggiatura ai margini dell’immagine. Per evitare che ciò accada, devi evitare gli oculari con lunghezza focale troppo corta. Se usi un Plössl le lunghezze focali inferiori ai 12,5 mm non sono consigliabili. Lo zoom digitale va usato con cautela, perché in genere la qualità dell’immagine ne risente.

    Se vuoi iniziare a praticare l’astrofotografia con metodo afocale usando uno smartphone o una fotocamera compatta, la Luna è il primo oggetto celeste con il quale ottenere ottimi risultati. Ti consigliamo di riprenderla quando è a metà fase, ovvero quando i raggi del Sole la illuminano di lato, permettendo una bella visione tridimensionale grazie alle ombre proiettate dai crateri. Con i tempi di esposizione devi un po’ sperimentare: conviene scattare una serie di immagini con vari tempi di esposizione, in modo da trovare quello migliore. La messa a fuoco nella fotografia tramite il telescopio è sempre una sfida. Con una fotocamera compatta però risulta molto utile focheggiare tramite l’immagine live (magari ingrandita) sullo schermo LCD. Il punto preciso di messa a fuoco può essere individuato, soprattutto con un oggetto luminoso come la Luna, regolando il focheggiatore.

    Puoi cimentarti anche nella fotografia planetaria. In questo caso ti serve un oculare con lunghezza focale corta, per aumentare il rapporto di riproduzione quanto basta per poter riconoscere i dettagli. I problemi di ombreggiatura non hanno grande importanza nelle fotografia planetaria, perché il disco del pianeta appare piccolo in relazione al campo visivo. Puoi usare lo zoom della fotocamera il più possibile, ma meglio evitare quello digitale, perché non dà nessun miglioramento, solo una porzione di immagine con meno pixel.

    Per scattare bisogna tenere in considerazione il fatto che non si può semplicemente premere il pulsante. La cosa migliore sarebbe poter collegare alla fotocamera un cavo di scatto remoto: in questo modo non devi toccare l’attrezzatura e non si producono vibrazioni che potrebbero rendere l’immagine sfocata. Se non è possibile collegare un cavo di scatto remoto, puoi provare con l’autoscatto.

    Nel nostro shop trovi i prodotti di cui abbiamo appena parlato:
    Adattatori per smartphone e digicam

    Blutmond Laufbahn

    Fotografare con il telescopio usando fotocamere DSLR e DSLM

    Se hai una fotocamera reflex o mirrorless, la puoi usare non solo per le panoramiche del cielo, ma anche per l’astrofotografia con il telescopio.

    Sul mercato ci sono tantissimi modelli, quindi scegliere la fotocamera giusta può essere difficile. Se ne hai già una, non ti resta che provare a usarla. Chi invece sta pensando di acquistarla per l’astrofotografia farebbe bene a valutare il modello con attenzione.

    È importante che il sensore permetta tempi di esposizione lunghi, necessari se si vuole fotografare non solo oggetti luminosi, come la Luna e i pianeti, ma anche i deboli oggetti deep-sky. A volte è necessario scattare più immagini in notti diverse, per poi sovrapporle ed elaborarle al pc. Un’altra importante funzione è quella per la riduzione interna del rumore d’immagine.

    Le fotocamere DSLR o DSLM devono permettere di:

    • impostare la modalità manuale
    • regolare il bilanciamento del bianco sulla luce diurna
    • disattivare l’autofocus e la modalità automatica
    • impostare il diaframma su posa B
    • usare un cavo di scatto remoto o lo scatto ritardato
    • usare la minore compressione dati possibile
    • sollevare preventivamente lo specchio, se la fotocamera lo prevede
    • attivare la riduzione interna del rumore d’immagine
    • scegliere la sensibilità ISO 400-800, in alcuni casi anche ISO 1600

    Se imposti il formato RAW non è strettamente necessario regolare il bilanciamento del bianco sulla luce diurna, perché la foto può essere elaborata in un secondo momento. Tuttavia è una impostazione utile se vuoi vedere dall’anteprima o dal file non elaborato com’è l’immagine dal punto di vista cromatico.

    Dopo che avrai regolato le impostazioni e montato l’adattatore corrispondente (ne parliamo tra poco), tutto è pronto per iniziare. Controlla sempre che le batterie siano cariche e assicurati di averne di scorta.

    Come si monta una fotocamera DSLR o DSLM sul telescopio?

    Con una fotocamera reflex puoi fotografare senza obiettivo usando la lunghezza focale del telescopio. Se la lunghezza focale è di 1.000 mm, la tua fotocamera potrà sfruttare una focale di 1.000 mm. Il telescopio diventa così un super-teleobiettivo.

    Togli l’obiettivo della fotocamera e applica un anello T2 alla baionetta. Ogni fotocamera ha il suo sistema e quasi ogni modello ha il suo anello con filettatura specifica. Sul lato del focheggiatore invece c’è un adattatore con filettatura T2, che permette di avvitare un portaoculare da 1,25”o 2”.

    Per la fotografia planetaria con una DSLR o DSLM si usa la proiezione oculare. In questo caso è necessario un adattatore specifico a forma di manicotto più lungo in cui viene inserito l’oculare. L’immagine ingrandita nell’oculare viene proiettata sul sensore della fotocamera. Qui è possibile modificare il rapporto di riproduzione in base alla lunghezza focale dell’oculare. Fondamentalmente, i risultati non saranno molto diversi rispetto a quelli che si possono ottenere con una fotocamera compatta. È importante controllare che il focheggiatore abbia sufficiente stabilità e capacità di carico per sostenere la fotocamera e gli accessori.

    Per montare una DSLR o una DSLM sul telescopio esistono diverse soluzioni di adattamento in base al tubo ottico, alla fotocamera e all’oggetto da riprendere. In ogni caso è sempre necessario un anello T2:
    Anelli T2 e adattatori baionetta

    Per i semplici telescopi per principianti, come il riflettore Newton 114/900, va bene una lente di Barlow con filettatura T2. Senza Barlow questi strumenti non possono raggiungere il punto di messa a fuoco.
    Lenti di Barlow ASToptics con filetto T2
    Lenti di Barlow Vixen con filetto T2

    Per tutti gli altri telescopi con innesto da 1,25 pollici vanno bene gli
    Adattatori proiezione 1,25 pollici

    Per i telescopi con innesto 2 pollici è necessario anche un adattatore corrispondente:
    Adattatori proiezione 2 pollici con innesto T2

    Individua gli oggetti e fai delle prove

    È meglio cercare l’oggetto prima con un oculare con grande lunghezza focale e solo dopo accostare la fotocamera. Infatti, il cercatore della fotocamera non permette di vedere bene come attraverso l’oculare. È relativamente difficile trovare l’esatto punto di messa a fuoco, soprattutto perché la maggior parte degli oggetti ha una luminosità molto debole.

    Per arrivare alla messa a fuoco è consigliabile puntare dapprima la Luna o un altro oggetto celeste molto luminoso che possa apparire bene sullo schermo LCD; quindi non troppo debole ma nemmeno troppo luminoso. Dato che è difficile capire se si è individuato il punto di messa a fuoco, è utile fare delle prove di esposizione da 10 a 15 secondi circa. Questi tempi di esposizione permettono di riprendere un discreto numero di stelle: ingrandisci l’immagine con lo zoom (digitale), e se la stella resta puntiforme hai trovato la messa a fuoco ottimale. Diversamente vedrai un dischetto con un nucleo centrale scuro. Non ti resta che provare fino a che non avrai trovato la regolazione giusta. Solo dopo potrai passare a tempi di esposizione più lunghi.

    Per la precisione: puoi aver impostato nel modo più accurato possibile la montatura equatoriale motorizzata, ma senza inseguimento arriverai al massimo fino a 20 secondi di esposizione, perché nessuna montatura è precisa con tempi più lunghi. Un inseguimento (in inglese guiding), manuale o automatico, diventa necessario!

    Il guiding

    Hai scattato diverse immagini con tempi di esposizione brevi e le hai sovrapposte ed elaborate al pc. Magari il risultato è davvero bello e le stelle appaiono puntiformi.

    Allora congratulazioni! Adesso vorresti provare con tempi di esposizione più lunghi, per riprendere anche gli oggetti più deboli. Senza controllo dell’inseguimento però otterrai delle strisce, perché non puoi gestire il movimento della montatura.

    Il rimedio: devi “guidare” il tuo telescopio. In parole semplici significa aiutare la montatura a seguire con precisione il movimento della volta celeste. Dovrai, per così dire, “guardare le spalle” alla montatura, usando una seconda ottica in grado di controllare l’andamento dello scatto.

    Per fare questo ti serve un piccolo rifrattore con grande lunghezza focale, montato parallelamente al tubo principale. Su questo secondo rifrattore puoi usare un oculare con reticolo che ti permette di controllare l’inseguimento e di apportare delle correzioni manuali al controllo motorizzato, se necessario.

    Per prima cosa è importante individuare nell’oculare l’asse di ascensione retta. Per fare questo basta usare i due pulsanti di direzione e guardare come si sposta la stella. Ruota quindi l’oculare fino a che il reticolo non si posiziona nella stessa direzione (est-ovest). Questo ti permette di avere un buon orientamento e di capire quali sono i pulsanti da premere quando la stella guida si sposta. Quando questo accade, infatti, dovrai reagire subito, per evitare conseguenze sulla foto. È utile regolare la stella guida un po’ fuori fuoco, perché così appare più grande.

    Il cannocchiale guida può essere fissato agli anelli del tubo principale. Meglio però se acquisti gli anelli specifici, che ti permettono di orientarlo e di regolarlo un po’, nel caso in cui nel campo visivo non ci sia una stella adeguata per l’inseguimento.

    Durante l’inseguimento è difficile tenere sotto controllo anche il tempo di esposizione. Il timer del tuo smartphone ti dirà con un segnale acustico quando è il momento di concludere l’esposizione.

    Ma il controllo dell’inseguimento può avvenire anche in un altro modo, che non richiede un cannocchiale guida e quindi non comporta nessun carico aggiuntivo sulla montatura. Si tratta della cosiddetta guida fuori asse, ovvero un accessorio che viene montato tra il focheggiatore la fotocamera. Un piccolo specchio inclinato di 45° devia un po’ di luce in un secondo focheggiatore che porta un oculare con reticolo. Se lavori con questo guider avrai tuttavia bisogno sempre di una stella luminosa in prossimità dell’oggetto che vuoi osservare.

    Il montaggio del cannocchiale guida avviene tramite appositi anelli di fissaggio o morsetti. Poiché esistono diversi tipi di telescopio, anche qui l’assortimento è vasto. Per il caso specifico puoi chiedere l’aiuto della nostra consulenza telefonica.

    Oculari con reticolo e cannocchiali guida nel nostro shop
    Anelli di fissaggio

    Il controllo manuale dell’inseguimento tramite oculare con reticolo negli ultimi anni è diventato meno frequente. Oggi si preferisce optare per un’affidabile autoguida. A tal proposito, qui trovate i nostri consigli:

    Astrofotografia: autoguiding con il telescopio (PDF)

    Il guiding

    Webcam e camere astronomiche

    Con le fotocamere che ti abbiamo appena descritto è possibile riprendere foto singole, quindi con oggetti come il Sole, la Luna e i pianeti tutto dipende dal momento in cui scatti. In caso di turbolenze atmosferiche le immagini saranno sfocate e poco dettagliate. Per ottenere buone immagini serve quindi molta pazienza.

    Esiste una tecnologia completamente diversa che, per produrre immagini, prevede l’uso di webcam o camere astronomiche. Questo metodo - denominato lucky imaging - negli ultimi anni non ha rivoluzionato solo la fotografia planetaria: infatti, ha reso possibile anche la fotografia di oggetti deep-sky con le sensibilissime camere CCD o CMOS. Una webcam, rispetto a una “normale” fotocamera, dà la possibilità di produrre una intera sequenza di immagini. Grazie all’elevata sensibilità e ai tempi di esposizione brevi è così possibile ottenere, in poco tempo, centinaia di immagini di un pianeta. Si consiglia di produrre dalle 30 alle 100 immagini al secondo (in inglese frames per second, fps), e la cosa bella è che in questo modo l’esito delle riprese non dipende più dalle turbolenze atmosferiche. Infatti, durante una ripresa in serie ci saranno sempre momenti in cui le condizioni dell’atmosfera saranno più o meno favorevoli. Grazie a uno speciale software, in fase di valutazione è possibile scegliere automaticamente le immagini “buone”, che poi verranno sommate, mentre le immagini “brutte” vengono scartate. In questo modo il risultato finale sarà una immagine nitida.

    Elaborando ulteriormente l’immagine con dei filtri appositi è possibile raggiungere una nitidezza ancora maggiore. Tuttavia, webcam e camere astronomiche non hanno uno schermo integrato, quindi è sempre necessario collegare al telescopio un PC o un laptop tramite un cavo USB. Con un software dedicato è poi possibile impostare i tempi di esposizione. Sullo schermo avrai quindi una immagine in tempo reale, che spesso inizialmente appare piuttosto sfocata. Solo dopo aver regolato con precisione la messa a fuoco potrai dare avvio alle riprese.

    Sullo schermo i pianeti ti appariranno più o meno grandi a seconda di quanto è grande la lunghezza focale del tuo telescopio. In genere la lunghezza focale primaria del telescopio non è sufficiente per fotografare i pianeti in modo soddisfacente. Per questo motivo di solito si lavora con le lenti di Barlow, che aumentano la lunghezza focale di 2, 3 o anche 5 volte. Ma con l'aumento della lunghezza focale effettiva, il campo visivo diventa più piccolo, richiedendo una maggiore precisione nel regolare il pianeta. Dovrai quindi centrare il pianeta nell’oculare, applicare la lente di Barlow e posizionare nuovamente il pianeta al centro. A questo punto puoi agganciare la camera alla lente di Barlow. Nello schermo dovresti vedere il dischetto del pianeta non ancora a fuoco. Probabilmente quello che vedi è una macchia sbiadita. È giunto il momento di regolare con precisione la messa a fuoco, che farà apparire il pianeta più piccolo. Procedi fino a che non ti sembra che il pianeta sia nitido. Un ausilio ottimale per raggiungere la nitidezza ottimale è il motore di messa a fuoco, con il quale non dovrai più mettere mano al telescopio e il pianeta apparirà più stabile. Porta il pianeta al centro dell’immagine live usando la pulsantiera del tuo sistema di inseguimento, usando una velocità molto bassa. Dopo aver gestito le impostazioni necessarie del programma di cattura, avvia la ripresa. Spesso si possono riprendere filmati di più minuti che possono poi essere salvati in formato video.

    C’è una cosa che devi tenere in considerazione: non appena le lenti si trovano sul percorso della luce è raccomandabile l’uso di un filtro blocca IR. Questo garantisce immagini non disturbate del pianeta nello spettro della luce visibile. Il motivo: le lenti sono ottimizzate solo per la parte visibile della luce, principalmente a 550 nanometri nello spettro della luce verde. Usando però un sensore CCD o CMOS anche la luce invisibile, e quindi non focalizzata, contribuisce a riprodurre l’immagine, perché il sensore è in grado di rilevarla.

    La Barlow ideale dipende dalla risoluzione della camera. Qui entra in gioco il criterio di Nyquist, secondo il quale il più piccolo dettaglio visibile dovrebbe cadere almeno su 2 pixel adiacenti. Una formula empirica permette di calcolare il rapporto focale appropriato e quindi la lente di Barlow adatta. Vale la regola generale:

    Rapporto focale ottimale = dimensione dei pixel in micrometri x 5

    Esempio:

    Abbiamo un Newton f/5 e una camera con pixel da 3µ. Quindi:

    15 = 3 x 5

    Il rapporto focale ottimale è di conseguenza f/15, che con un Newton f/5 può essere ottenuto applicando una Barlow da 3x.

    Le camere astronomiche di buona qualità costano, a seconda della grandezza del sensore, dai 200 ai 500 euro. Qui trovi un vasto assortimento:
    Le camere astronomiche nel nostro shop

    Come Barlow vengono spesso usati gli oculari apocromatici a 4 lenti Omegon Premium. Sono apprezzate anche le Barlow di TeleVue e, nel segmento inferiore, le Hyperion avvitabili:
    Le lenti di Barlow nel nostro shop

    Planet Saturn Ringe Gross

    Foto planetarie migliori con l'ADC

    Soprattutto i pianeti luminosi si trovano spesso in prossimità dell’orizzonte e, come conseguenza, non si possono osservare nitidamente per via dello spesso strato di atmosfera terrestre che la loro luce deve attraversare. Inoltre, vicino all’orizzonte la rifrazione dell’atmosfera produce sgradevoli aloni di colore. Questa rifrazione può essere compensata usando un correttore di dispersione atmosferica, o ADC: è composto da due prismi, la cui posizione è regolata da una piccola slitta, in grado di produrre una specifica aberrazione cromatica che neutralizza gli effetti della dispersione atmosferica.

    Per fare in modo che l’ADC funzioni in modo ottimale, il telescopio non dovrebbe avere un rapporto focale inferiore a f/10. Gli Schmidt-Cassegrain soddisfano sempre questo requisito, mentre con altre ottiche può essere utile usare una lente di Barlow. Per raggiungere il punto di messa a fuoco anche con i telescopi Newton è consigliabile applicare la lente di Barlow davanti all’ADC.

    Gli ADC nel nostro shop
    Altre informazioni nel blog

    Hai catturato immagini e video: e adesso?

    Se hai hai creato diversi scatti singoli o un video con tempi di esposizione brevi, puoi sovrapporre le immagini al pc (in inglese stacking). Questa procedura riduce il rumore d’immagine e intensifica gli oggetti catturati. Esistono programmi specifici, come Registax, Giotto o Photoshop, che ti permettono anche di elaborare ulteriormente il risultato. Per avere più informazioni ti consigliamo di leggere questo.

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